I testi del CDRC

Vita di Giovanni, detto Beato Angelico
Da Vasari, ediz. 1550, riduzione di Paolo Bussagli

Certamente chi lavora opere ecclesiastiche e sante, doverebbe egli ancora del continovo essere ecclesiastico e santo, perché si vede che, quando elle sono operate da persone che poco credino e manco stimino la religione, fanno spesso cadere in mente appetiti disonesti e voglie lascive; onde nasce il biasimo dell'opre nel disonesto, e la lode [...] nella virtù. Ma io non vo' che già alcuni s'ingannino, interpretando il devoto per goffo e inetto, come fanno certi che, veggendo pitture dove sia una figura o di femmina o di giovane, un poco più vaga e più bella e più adorna d'ordinario, le pigliano [...] subito per lascive. [...] [costoro] dannano il buon giudizio del pittore, il quale tiene de' santi e sante che son celesti, e tanto più bella della natura mortale quanto avanza il cielo la terrena bellezza dell'opere nostre. [...]
 Veramente fu fra' Giovanni santissimo e semplice ne' suoi costumi, e questo solo faccia segno della bontà sua; perciochè, volendo una matina Papa Nicolò V dargli desinare, si faceva conscienza mangiar de la carne, senza licenza del priore, non pensando alla autorità del pontefice. Schifò tutte le azzioni del mondo, e pura e santamente vivendo, fu de' poveri tanto amico, quanto pensò che l'anima sua avesse a essere del cielo. Egli tenne del continuo in esercizio il corpo ocupato nela pittura, nè mai volle lavorare cose altro che di santi. Potette essere ricco, e non se ne curò, anzi, diceva la vera ricchezza essere il contentarsi di poco. Possette comandare a molti, e lo schifò, dicendo esser men fatica e manco errore ubbidire a molti. Puotè aver dignità ne' frati e fuori e non le stimò, dicendo la maggior dignità è cercar fuggire lo inferno et accostarsi al paradiso. Era umanissimo e molto sobrio, e castamente vivendo, dai lacci del mondo si sciolse, usando dire spesso che chi faceva questa arte aveva di bisogno di quiete, e di vivere senza pensieri, e d'attendere all'anima, e chi fa cose di Cristo, con Cristo debbe star sempre. Dicesi che non fu mai veduto in collera tra'frati, il che grandissima cosa mi pare a credere, e che sempre sogghignando semplicemente ammoniva gli amici. [...] I suoi ragionamenti erano umilissimi e bassi, e l'opre sue furone sempre tenute bellissime et eccellenti. Fu chiamato al secolo Guido [...]; poi frate di San Marco di Fiorenza fu nominato frate Giovanni Angelico de' frati predicatori. Costui fu nelle sue opere molto facile e devoto; et invero si può dire che i santi non abbino aria più modesta da santi che quegli che da esso furono lavorati. [...] [Aveva] egli in consuetudine di non ritoccare o racconciare alcuna sua pittura, ma lasciarle sempre in quel modo che erano venute la prima volta, per credere (secondo che egli diceva) che così fusse la volontà di Dio. Dicono alcuni che fra Giovanni non arebbe preso i pennelli se prima non avesse fatto orazione. Non fece mai Crocifisso, che e' non si bagnasse le gote di lagrime. Onde, certamente si conosce nelle attitudine delle figure sue, la bontà del grande animo suo nella religion cristiana. Perciò sentì la fama sua Papa Nicola V e mandatolo per lui, et a Roma condottolo, gli fece fare la cappella del palazzo, dove il papa ode la messa. [...] E perchè al papa pareva persona di santissima vita, quieto e modesto, et aveva respetto et amore alla sua bontà, vacando in quel tempo l'Arcivescovado di Fiorenza, ordinò che fra' Giovanni ne fusse investito, parendogli ch'egli più d'ogni altro degno ne dovesse essere. Intendendo ciò il frate supplicò a Sua Santità che provvedesse d'uno altro, percioché egli non era buono a governar popoli; ma che nella religione aveva un frate amorevole de' poveri, il quale era persona santa, dottissima e di grandissimo governo, il quale amava egli quanto se stesso. Per il che se e' piacesse a Sua Santità di darlo a questo tale lo riputerebbe propriamente, come se e' fusse collocato nella persona sua. Il papa, sentendo questo gli fece grazia liberamente; e così fu fatto Arcivescovo di Fiorenza frate Antonio dello ordine de' predicatori. [...] Fra Giovanni [Angelico] aiutò sempre i poveri de le sue fatiche nè mai abbandonò la religione. Morì di anni 69 nel 1455.

CDRC Coro drammatico Renato Condoleo


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